Ave donna santissima (Cort. 3)

 

Sono ventuno quartine di ottonari, struttura rimica x x / a a a x / b b b x / ecc. La rima è sempre su un superlativo: quello che potrebbe sembrare un cliché è qui invece un artificio poetico che si innesta perfettamente nel ritmo della lauda.

 

È questa fra le più belle laudi mariane del codice cortonese, sia per la dolcezza della melodia che per il testo, scritto quasi certamente da un fedele con una profonda cultura teologica, viste la scorrevolezza poetica, la ricchezza di termini, i molti e puntuali riferimenti a concetti mariani medievali. Vediamone qualcuno.

- II quartina: encarnatione k'è sença corruptione. Maria concepisce Gesù senza perdere la propria verginità; inoltre ella è nata sine macula. Un anticipo di 600 anni sulla Bolla Ineffabilis Deus dell’8 dicembre 1854 di papa Pio IX sull'Immacolata Concezione "La beatissima Vergine Maria nel primo istante della sua concezione, per una grazia ed un privilegio singolare di Dio onnipotente, in previsione dei meriti di Gesù Cristo Salvatore del genere umano, è stata preservata intatta da ogni macchia del peccato originale". La storia di questo dogma, come di quasi tutti i dogmi mariani, prende il via proprio dal Medioevo.
- III quartina: Stand’al mondo sença ‘l mondo. Maria pur essendo vera donna, grazie alla misericordia di Dio che l'ha scelta non è "di" questo mondo.
- IV e V quartine: due immagini poetiche che oserei definire predantesche, la vetrata attraversata dai raggi del sole è metafora di Maria che si lascia permeare dalla potenza dello Spirito Santo; ella è vergine (porte chiuse) ma Cristo vi trova ugualmente la sua dimora, e alla sua nascita ella rimarrà pura.
- VII quartina: Tu se’ porta e tu se’ domo. Maria è colei che ci apre alla salvezza, ma è anche il "luogo" di questa salvezza. Sono le stesse immagini che ci suggeriscono le Litanie Lauretane quando si prega Maria appellandola "sede della sapienza ... tempio dello Spirito Santo ... tabernacolo dell'eterna gloria ... dimora tutta consacrata a Dio ... casa d'oro ... porta del cielo ".
- VIII quartina: Per la tua scientia pura conservasti la scriptura. Maria ha conservato nel suo cuore la "parola" che raccoglie in sé tutta la promessa contenuta nell'Antico testamento; la sua, però, non è scienza indotta dallo studio o da qualsiasi capacità intellettiva, è una conoscenza vissuta.
- Dalla nona stanza il testo cambia direzione e dalla lode della Vergine passa al racconto degli ultimi momenti della sua vita terrena. Maria sente che sta per abbandonare questo "deserto", e prega perché gli apostoli, che sono in giro per il mondo a testimoniare Cristo, tornino a lei vicini. Mentre pregava, il suo corpo si trasforma (mutasti), il poeta si immagina di essere fra i dodici, e crede che la Vergine si addormenti. Gli apostoli, come era usanza, compongono pietosamente il corpo di Maria. Fra loro manca Tommaso (una simmetria, questa, col testo a tutti noto del Vangelo secondo Giovanni, 20,24-29), e qui il racconto si fa inedito: l'apostolo, che si affrettava al ritrovo dei fratelli, vede Maria salire fra gli angeli in cielo, piange e si dispera per la perdita della madre di Cristo, è chiede che sia perlomeno creduto, quando racconterà il fatto agli altri e così incalza (destrenge) la Regina, ed ella, vedendo che non desisteva (s'infigne) da lui dolcemente si scioglie (discinge) dicendogli di confortare gli apostoli: ella non è morta, anzi, non è mai stata così viva e vitale (baldissima). Tommaso riferirà il fatto ai confratelli e di come la nobilissima Madre di Dio avesse così ottenuto il gran guadagno (acatto).

 

L'Assunzione di Maria è un dogma cattolico, proclamato il 1° novembre 1950, e festeggiato ogni anno il 15 agosto. Ma la fede popolare la celebrava sin dall'alto Medioevo: scrive san Giovanni Damasceno (VIII sec.): «Era conveniente che colei che nel parto aveva conservato integra la sua verginità conservasse integro da corruzione il suo corpo dopo la morte. Era conveniente che colei che aveva portato nel seno il Creatore fatto bambino abitasse nella dimora divina.»

Nel XII sec. si cominciarono a formulare tesi teologiche a conferma dell'idea che il corpo di Maria non potesse conoscere la decomposizione. La monaca benedettina santa Elisabetta di Schönau (1129-1164), testimoniò nelle sue Visiones de resurrectione beatae Mariae Virginis di aver visto la Vergine trasportata in cielo con corpo e anima.

 

Duccio da Boninsegna, Dormitio della Vergine Maria, dalla Maestà del Duomo di Siena (1308-1311), Museo dell'Opera Metropolitana di Siena. Al centro Gesù fra gli Arcangeli, con in braccio l'anima di Maria, raffigurata come una bimba in candide vesti.

 

Ave donna santissima,
regina potentissima!

1. La vertù celestiale
colla gratia supernale
en te, virgo virginale,
discese benignissima.

2. La nostra redemptione
prese encarnatione
k’è sença corruptione
de te, donna sanctissima.

3. Stand’al mondo sença ‘l mondo
tutto fo per te iocondo:
lo superno e ‘l profondo,
e l’aere süavissima.

4. Quasi come la vitrera
quando i rai del sole la fiera
dentro passa quella spera
k’è tanto splendidissima,

5. stando colle porte kiuse
en te Cristo se renchiuse:
quando de te se deschiuse
permansisti purissima.

6. Altresì per tua munditia
venne ‘l sol de la iustitia
in te, donna di letitia,
sì foste preclarissima.

7. Tu se’ porta e tu se’ domo:
di te naqque Diu et homo,
arbore col dolçe pomo,
ke sempre sta florissima.

8. Per la tua scientia pura
conservasti la scriptura:
tutta gente s’asicura
a te, donna purissima.

9. Dimandasti per pietança
de li apostoli consolança
a la tüa transmutança,
lor compania carissima.

10. Però k’ellino eran giti
per lo mondo dispartiti,
per tuo prego fòr rediti
davant’a te, gaudissima.

11. Quando tu stavi in orare
sì fòr facti adunare:
non dové più dimorare,
regina gentilissima.

12. Cognoscesti ben per certo
ke lasciavi lo deserto:
su nel cielo, k’era aperto,
andasti, dilectissima!

13. In lor mani ti mutasti:
credo ke t’adormentasti,
ad altra vita translatasti
sempre mai securissima.

14. A costume k’era usitato
sì ebbero collocato
lo suo corpo consecrato
cum pietà grandissima.

15. Sanc’ Tomasso veramente
non era co’llor presente:
si venia tostamente
davante a la bellissima.

16. Quando nel monte venia
vidde la donna ke salia,
li angeli sua compania,
tutta l’aire plenissima.

17. Elli plange e kiamò molto,
de lacreme si lava ‘l volto:
“Thesauro ke mi se’ tolto,
gemma pretiosissima!

18. Già mai quince non me muto,
si non mi dai del tuo aiuto:
fà sì ke mi sia creduto,
donna laudabilissima.”

19. La raina sì destrenge:
vidde ben ke non s’infigne,
in presente si discinge,
ké tanto è cortesissima.

20. “Tomasso, questo te ne porta,
colli apostoli ti conforta;
dì k’io so’ viva, non so’ morta:
non fui mai sì baldissima!”

21. Ben si move a questo pacto
per contar tutto lo facto,
come areca ‘l grand’acatto
di la più nobilissima.

 

Ed ecco la musica: