Ascolti


BUONANOTTE, MIO GESÙ

Ora il Signore è portato al riposo.
Mio Gesù, buonanotte.
La pena, che i nostri peccati gli hanno causato, è finita.
Mio Gesù, buonanotte.
Beate spoglie, ah, davanti a voi io piango e mi pento,
per il male provocato dai miei peccati!
Mio Gesù, buonanotte.
Siate benedette per tutta la vita per le vostre sofferenze
perché i vostri tormenti ci hanno salvato!
Mio Gesù, buonanotte.

 

Piangendo ci prostriamo davanti al tuo sepolcro per dirti:
riposa, riposa dolcemente.
Riposate, membra dissanguate.
La vostra tomba e la sua lapide, saranno un comodo guanciale
per l'angustiata coscienza e luogo di riposo per l'anima.
Nella grande gioia sono i tuoi occhi che alla fine si addormentano.

(Finale della Passione Secondo Matteo di Johann Sebastian Bach)

 


IL PIANTO DI BACH

Pietro, l’apostolo che dovrà poi confermare i fratelli dopo la morte di Gesù, ha appena rinnegato il suo Maestro. Non una, non due, ma ben tre volte, lo ha rinnegato; un numero simbolico, che racchiude tutti i tradimenti quotidiani che il cristiano consuma verso il proprio Creatore. Chissà come si sarà sentito, in cuor suo, Pietro, dopo il canto del gallo.
Bach fa suo quel sentimento di contrizione, nella Passione secondo Matteo, con una delle Arie più belle e più dolci di tutta l’imponente partitura, “Erbarme dich, mein Gott” (n. 47). L’organico strumentale è scarno: archi, continuo, violino solista; alla voce di contralto il compositore affida il canto, un canto che si intreccia con la melodia del violino solista e che sembra uscire direttamente dall’anima, senza passare dall’intelletto, ma non è così: la tecnica di Bach è raffinata, l’uso degli strumenti attentamente studiato, l’armonia, piena di dissonanze, esprime l’angoscia del cuore, mentre il basso pizzicato, in continue scale discendenti, ci fanno percepire le lacrime che l’apostolo versa. Il testo recita:

Abbi pietà di me, Signore,
per amore del mio pianto;
guarda il mio cuore e gli occhi
che piangono amaramente.
abbi pietà di me!

“Non ho altro pane che il pianto” cantava il salmista: il Triduo Pasquale è alle porte, e il mio augurio è proprio questo: possiamo noi unirci al pianto di Pietro. E di Bach.

Vi propongo la bella versione della Netherlands Bach Society, diretta da Jos van Veldhoven, i solisti sono Tim Mead (Alto), Shunske Sato (violino).


Claudio Monteverdi, Sì dolce è 'l tormento

Poche note, in sequenza discendente, a vederle sulla carta ci si chiede quale sforzo abbia mai dovuto produrre Claudio Monteverdi per mettere in musica il testo di un frate agostiniano marchigiano, anche musicista, ai più sconosciuto, Carlo Milanuzzi (fra parentesi, il madrigale fu pubblicato a Venezia nel 1624). Sì, siamo fuori dai confini temporali consueti del Kalòs, ma sapete già, se leggete il nostro sito, che tali confini si infrangono, e volentieri, se a muoverci è il desiderio di parlare della Bellezza.
Ma torniamo al testo. Sono quattro strofe, dove si parla dell'amore non corrisposto, un tòpos della letteratura madrigalistica:

 

Sì dolce è 'l tormento
Ch'in seno mi sta,
Ch'io vivo contento
Per cruda beltà.
Nel ciel di bellezza
S'accreschi fierezza
Et manchi pietà:
Che sempre qual scoglio
All'onda d'orgoglio
Mia fede sarà.

 

La speme fallace
Rivolgam' il piè.
Diletto ne pace
Non scendano a me.
E l'empia ch'adoro
Mi nieghi ristoro
Di buona mercè:
Tra doglia infinita,
Tra speme tradita
Vivrà la mia fè.

 

Per foco e per gelo
Riposo non hò.
Nel porto del Cielo
Riposo haverò.
Se colpo mortale
Con rigido strale
Il cor m'impiagò,
Cangiando mia sorte
Col dardo di morte
Il cor sanerò.

 

Se fiamma d'amore
Già mai non sentì
Quel riggido core
Ch'il cor mi rapì,
Se nega pietate
La cruda beltate
Che l'alma invaghì:
Ben fia che dolente,
Pentita e languente
Sospirimi un dì.

 

La musica, come dicevo, è semplicissima, ai confini di una nenia popolare, tempo ternario, note ribattute, ma riesce a creare suggestioni così intense e forti che all'ascolto ti sembra di essere in una dimensione atemporale, dove la Bellezza si rivela quasi imponendosi ai sensi, facendo risuonare delle corde che fanno parte del nostro intimo più nascosto, potremmo dire il nostro DNA spirituale.

Sono tre i link che vi segnalo per l'ascolto del madrigale di Monteverdi: il primo propone la voce angelica del controtenore Philippe Jaroussky e la straordinaria realizzazione dell'ensemble L'arpeggiata di Christina Pluhar, sul quale svetta il cornetto di Doron Sherwin (il brano è in un CD dal titolo Monteverdi, Teatro d'Amore, della Virgin, che vi consiglio caldamente).

Il secondo è la versione del tenore Thomas Cooley, voce e dizione perfetta, e perfetto è lo stile di canto monteverdiano.

L'ultimo mi è stato segnalato da Stefano, che ringrazio vivamente. È la versione di Paolo Fresu e Uri Caine, che mettono il loro strumentismo al servizio della musica (e non viceversa come spesso succede con i jazzisti...). Ma Fresu e Caine sono musicisti di razza: alle (poche) note di Monteverdi ne aggiungono altrettante poche, ma giuste e belle, e non ci fanno sentire la mancanza del testo.


Radio

AncientFM con ascolti di musica medievale e rinascimentale.

Radio Bue, la WebRadio dell'Università di Padova, ha una sezione dedicata alla Storia della Musica Medievale e Rinascimentale, con ascolti e una dispensa del corso del Prof. Lovato, scaricabile in PDF.


Laude

Come già detto nella sezione dedicata, la discografia delle laude è vasta, ma molti titoli sono introvabili. Qui proponiamo all'ascolto le incisioni davvero interessanti, immancabili nello discoteca degli appassionati, anche se non sempre le interpretazioni sono condivisibili.


Laudario di Cortona. Canti devozionali del XIII secolo. Ensemble Vocale "La dolce vista", dir. Giovanni Caruso, Tactus, 2005.
"La dolce vista" offre una chiave di lettura delle laude affascinante, con ottimi strumenti e buone voci, le strumentazioni sono sapientemente curate, e il gruppo non ha timore di presentare alcuni brani solo con il coro (bellissima Altissima luce) o solo con gli strumenti.


Laudario 91 di Cortona. La Natività - La Passione. Solisti, Coro e Orchestra della Società cameristica di Lugano, dir. Edwin Loehrer, 1962. Introvabile. Un CD della Accord (Palestrina - Laudario 91 di Cortona 20 156 2) contiene degli estratti insieme a composizioni di Palestrina.
Sarebbe davvero interessante poter ascoltare questa registrazione, perché noi ne abbiamo solo la musica stampata. Gli arrangiamenti di Luciano Sgrizzi sono in chiave moderna, con strumenti dell'orchestra classica, ma ciò nonostante se ne intuisce la sapiente miscela dei timbri e un devoto rispetto per le musiche e per i testi.


Laudario di Cortona, Ensemble Micrologus, Micrologus 00010/3, 1999.
Registrazione integrale di tutte le opere, comprende un facsímile del manoscritto in PDF. È ormai introvabile, se non in qualche illuminata biblioteca.


Laude di Sancta Maria. Veillée de chants de dévotion dans l'Italie des Communes, La Reverdie, Arcana 34, 1994.
Legenda Aurea. Laudes des Saints au Trecento italien, La Reverdie, Arcana 304, 1997.
Le registrazioni della Reverdie sono ottimamente curate, anche se non tutti i musicologi condividono certe soluzioni delle trascrizioni (è il caso di Venite a laudare o Laude novella, di cui parliamo nelle pagine dedicate).


From Byzantium to Andalusia. Medieval Christian, Jewish and Islamic Music and Poetry, Peter Rabanser, Belinda Sykes, Jeremy Avis, Oni Wytars, Naxos 8.557637, 2006.
Qui il taglio dell'interpretazione è a nostro parere eccessivamente folclorico, con accenti e inflessioni molto di moda ai tempi delle tamurriate della Nuova Compagnia di Canto Popolare. Non si coglie un adeguato quanto necessario rispetto della cifra devozionale dei testi.


Voi ch'amate lo Criatore, Coro di Comunione e Liberazione, dir. Pippo Molino, Società Cooperativa Editoriale Nuovo Mondo / Universal, 2010.
Molino interpreta il repertorio laudistico con un grande afflato religioso, ma con una scelta interpretativa molto discutibile. L'esecuzione è eccessivamente contestualizzata al mondo liturgico di Comunione e Liberazione, negando alla lauda un respiro extraliturgico o paraliturgico che le era proprio. La mancanza di strumenti musicali e la scelta di una esecuzione quasi isoritmica, a mo' di canto gregoriano, svilisce la forte potenzialità comunicativa insita nella lauda, oltre a non essere storicamente corretta (v. testo generale sulle laude). Una scelta ideologica, sembra, ancor prima che musicale.

 

Llibre Vermell

Llibre Vermell de Montserrat, Hespèrion XX, dir. Jordi Savall, EMI, poi Virgin edition, 1978
Splendide voci per sontuosi arrangiamenti strumentali, forse è questo l'unico problema di questa incisione, un approccio fin troppo orchestrale nel senso moderno del termine. Ma a Savall va dato il merito di essere stato fra i primi a diffondere il Llibre Vermell.

 

Miscellanee

Viatores, Canti di Cavalieri, Dame e Pellegrini, sulle strade dell'Europa medievale, Ensemble Dramsam
Una preziosa testimonianza di come si può fare musica medievale rivivendola con rispetto e creatività. Gli strumenti e le voci sono di ottimo livello, la scelta dei brani varia e intrigante. L'album è diviso in un Prologo e tre Stanze: Canti di Crociate, Interludio dell'attesa (con brani trovadorici, fra i quali un incantevole A chanter m'er ), Canti di devozione; in quest'ultima Stanza sono proposti tre canti del Llibre Vermell e due Cantigas; segnaliamo Santa Maria strela do dia, interpretata con una scelta che troviamo azzeccata - anche se arbitraria - di eseguire la Ripresa con valori raddoppiati, forse per differenziarla dalla melodia della Volta; la resa è quella di una suggestiva processione di pellegrini.