San Domenico beato (FI 76)

San Domenico di Guzman (Caleruega, Spagna, 1170 - Bologna, 6 agosto 1221) è una figura centrale nella vita della Chiesa medievale. In un contesto storico che vedeva l’eresia albigese e quella valdese diffondersi per vaste aree dell’Europa, fondò a Tolosa l'Ordine dei Frati Predicatori, che prese poi il suo nome, Domenicani, Domini canes, cani del Signore, come si amavano far chiamare (cani da guardia, ovviamente). Per il santo, infatti, era necessario studiare e prepararsi adeguatamente per la predicazione itinerante, e combattere con il ministero della parola le eresie e il demonio che in esse alloggia.

Solo 13 anni dopo la sua morte, nel 1234, Papa Gregorio IX, che l’aveva conosciuto di persona, lo iscrisse tra i Santi (che fortuna ebbe questo Papa, che conobbe personalmente, oltre a san Domenico, anche san Francesco, e canonizzò nel suo pontificato sant’Antonio da Padova e santa Elisabetta d’Ungheria).

Come riporta il sito Santi e Beati:

L’elogio più alto di lui venne da Dio Padre stesso a santa Caterina da Siena, la sua più illustre “figlia”: «San Domenico è l’immagine viva del mio Verbo Incarnato, Gesù... Io ho generato questi due figli, uno, Gesù, per natura; l’altro, Domenico, per amore. Per dono mio speciale, furono in Domenico somiglianti a quelle di Gesù le fattezze naturali del volto e della persona».

Infine, non dimentichiamo che all’ordine domenicano appartenne anche san Tommaso d’Aquino, di cui Dante scrisse nel X canto del Paradiso «Io sono degli agni della santa greggia / che Domenico mena per cammino, / u’ ben s’impingua, se non si vaneggia»-

La Lauda è la n. 76 del Codice Magliabechiano di Firenze. Dal punto di vista musicale si distende su una melodia calma, il rapporto con il testo è quasi sillabico eccezion fatta per alcuni brevi melismi d’ornamento.

A seguire la lettura che ne propone il Kalòs Concentus.

Il testo è composto da un ritornello (tre versi misti), tre strofe (tre versi misti, idem per le volte). La struttura rimica vede il seguente schema, dove si potrà notare che i versi del ritornello rimano con i versi delle volte: a b c / x x x a b c / y y y a b c / z z z a b c //

 

San Domenico beato,
lucerna rilucente
d'angelica e d'apostolica vita.

San Domenico beato ciò è a dire
homo sanctificato di Dio sire
a lo qual sempre ti piaque ‘l servire
laonde se' incoronato
nel regno permanente
in eterno ciò è sença finita.

Homo di Dio fost'in tucte manere
c'ordinasti per lo mondo le schiere
de li predicator che son lumere
d'ogn’omo intenebrato
e ffanno star tacente
ogni gente ch'è di resia laidita.

Sanctificato fosti da fantino
perché fosti pien del saver divino;
volle Cristo che ‘l suo vangelio fino
fosse ben predicato
per te ad ogne gente,
acciò che la scriptura sia compita.

 

A Firenze, nel complesso di santa Maria Novella, basilica domenicana, c'è il cosiddetto "Chiostro dei Marescialli", che fra i vari affreschi, ne custodisce uno di Simone da Poggibonsi, che ritrae san Domenico e il Demonio. Vale proprio la pena di vederlo (leggi qui),.