Ad una prova, una corista ha sollevato una domanda sul “modo” di cantare che è stata per me fonte di riflessione. Come far sì che i sentimenti, le sensazioni, le vibrazioni, in una parole le “emozioni” che ognuno di noi prova, anche quelle extra-musicali, possano entrare nel “modus cantandi”, dare corpo alla propria voce, pervadere le note dando loro un senso che vada oltre i freddi parametri acustici che le determinano?
Il modo di cantare è frutto non solo dell’impostazione delle corde vocali, ma anche dell’intelligenza dell’anima, che sa cogliere le sfumature insite nelle pieghe di musica e testo. Questa intelligenza è dentro ognuno di noi, va solo aiutata a crescere, a venire fuori, esito di un allenamento che come per tutte le attività umane deve essere perseguito con pazienza.
Un mio amico maestro di “musica da camera” in Conservatorio un giorno mi disse una cosa che mi colpì molto. Si parlava di un ragazzino, un bambino prodigio, che a 15 anni era già capace di affrontare tecnicamente gran parte del repertorio del suo strumento. In quei giorni si seppe che il ragazzo avrebbe eseguito in concerto un Trio di Brahms, un brano di una certa difficoltà, davvero splendido. Non avevo dubbi che avrebbe potuto eseguirlo senza una sbavatura strumentale, ma il mio maestro disse che era perplesso sulla scelta, giacché “Brahms, a quindici anni, non lo si saprà mai eseguire bene...”
Allora questa intelligenza la si acquisisce non solo (non tanto) con lo studio, la tecnica, ma col tempo, la pazienza, la passione, la vita.
Amo solitamente affermare che noi stiamo combattendo la buona battaglia contro il Brutto con la “B” maiuscola, in altre parole contro il Male.
Ho letto ultimamente un libro del filosofo Umberto Galimberti (L’ospite inquietante), nel quale parla del nichilismo fra i giovani (dal latino nihil, nulla), inquietante perché ha pervaso la nostra società ed è ormai un ospite fisso nelle nostre case, anche quelle dove sembra andare tutto bene. Ebbene, io sono convinto che la cura migliore per questa invasione indesiderata sia dare voce alle proprie emozioni, e la musica, insieme all’arte tutta, è uno strumento imbattibile.
Ecco perché facciamo musica, perché cantiamo e suoniamo.
Ecco il perché del Kalòs Concentus.